Posted by: PedagogicaMente

Life skills, come coltivare emozioni positive e autostima nei giovani

Perché parlare di “competenze di vita” oggi? Soprattutto l’emergenza Covid e le notizie della guerra hanno messo a dura prova in particolare i più giovani, per questo è nata la necessità di affrontare tematiche come depressione infantile, hikikomori, dipendenze da social e isolamento sociale. Potenziare e allenare le competenze di vita o life skills significa contribuire ad un sano sviluppo dei bambini e delle bambine, soprattutto in quella delicata fase che precede l’adolescenza. Lavorare sulle life skills vuol dire coltivare l’autostima e il senso di autoefficacia nelle generazioni future, per assicurare il loro benessere attraverso la prevenzione. Come farlo? Anche la lista della spesa può essere un’occasione! Risponde all’intervista la psicologa Simona Locandro che, insieme alle pedagogiste Diana Giammaresi e Chiara Vadalà, organizza dei laboratori per bambini e bambine dai 6 ai 12 anni, anche nell’ambito del Campus estivo AllenaMente in programma dal 12 giugno a Villa Tasca di Palermo: tra giochi in natura, cura dell’ambiente, sano divertimento, cura del pensiero creativo e ascolto delle emozioni.

Cosa si intende per Life skills o “competenze di vita”?

«Con i termini life skills o competenze di vita, facciamo riferimento a un insieme di abilità e competenze che permettono agli individui di agire in maniera proficua e soddisfacente all’interno della loro esperienza di vita, in diversi settori: dalle relazioni sociali alla scuola/lavoro. Tali competenze, infatti, permettono di essere agenti attivi delle proprie esistenze, affrontare con serenità ed equilibrio le sfide che la quotidianità ci mette davanti e adattarci flessibilmente ai cambiamenti. Anche se esiste una certa variabilità intra e interculturale, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) individua le seguenti competenze: consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress, comunicazione efficace, relazioni efficaci, empatia, pensiero creativo, pensiero critico, prendere decisioni, risolvere problemi».

Quando e perché è importante rafforzare queste abilità e come possono essere “insegnate” ai più giovani?

«Sempre! Non esiste un’età precisa in cui insegnare queste abilità, ma sicuramente in base all’età dei nostri bimbi e delle nostre bimbe è necessario adeguare e adattare le attività proposte, sia in termini di materiali che di contenuti. Le nostre attività al momento sono pensate per bambine e bambini dai 6 ai 12 anni, ma si può lavorare su queste competenze sin dai primissimi anni di vita, attraverso attività pensate per sviluppare i prerequisiti necessari per il loro sviluppo (dalla condivisione dello sguardo alla turnazione, dalla capacità di ascolto alla collaborazione con i pari e con l’adulto). Essendo capacità pratiche, più le alleniamo migliori saranno i risultati ottenuti. Quello che conta è la capacità dell’adulto di organizzare il tempo e lo spazio in maniera creativa, interattiva e dinamica. Accogliendo il bambino e ponendosi nella posizione di mediatore, di facilitatore, convalidando le sue sensazioni e le sue iniziative».

Come può, un genitore, aiutare il proprio figlio o la propria figlia ad allenare queste abilità?

«Fornendo spunti, idee, senza imporre la propria volontà da adulto ma offrendo stimoli “nuovi” e di qualità. Anche la disponibilità di materiali stimolanti gioca un ruolo molto importante, quindi arricchire l’ambiente è fondamentale! Anche se oggi molte famiglie vanno sempre di fretta, non serve molto tempo, ma un consiglio è quello di ritagliarsi dei momenti, del tempo di qualità. Un altro consiglio è quello di coinvolgerli attivamente i bambini e le bambine nella vita familiare, condividendo problemi e cercando insieme possibili soluzioni. Anche la lista della spesa può diventare un’occasione!»

Perché consigliare ad un genitore di inserire il proprio figlio o la propria figlia in un percorso sulle competenze di vita? Quali segnali o esigenze cogliere nei più giovani?

«Perché la miglior cura è la prevenzione! In qualità di psicologa, quindi di professionista delle relazioni di cura e d’aiuto, ritengo fondamentale equipaggiare le future generazioni dei migliori strumenti possibili per affrontare al meglio le diverse situazioni in cui si troveranno nel corso della vita e per migliorare la qualità di vita stessa della popolazione. L’epoca in cui viviamo, con i suoi continui cambiamenti, con le problematiche e le paure che si porta dietro (dal Covid alle guerre, passando per la crisi economica ed il cambiamento dei valori) impone a noi educatori e a tutte le famiglie un vero e proprio investimento sulla salute mentale e sul benessere psicologico. Se vogliamo gettare le basi per una società assertiva e positiva, che metta al centro il to care, il prendersi cura di sé e dell’altro, dobbiamo coltivare l’autostima ed il senso di autoefficacia delle nuove generazioni. Senza dimenticare che agire sulla prevenzione, rappresenta un grande risparmio anche a livello economico per la nostra Sanità».

AllenaMenteCome e su cosa lavorerete al campus estivo AllenaMente in programma a Villa Tasca dal 12 giugno?

«Il modello AllenaMente è un modello già ben rodato, che si affina sempre più grazie all’esperienza acquisita e alle competenze raggiunte dai nostri operatori e dai nostri ragazzi. Infatti, viene portato avanti già da diversi anni all’interno del Doposcuola Specialistico e del Campus estivo AllenaMente proposti da PedagogicaMente. Il modello mette al centro l’individualità del bambino ed i suoi bisogni, coniugando il lavoro sugli Apprendimenti con il sapere ed i protocollo che derivano dalla riabilitazione logopedica, neuropsicomotoria e comportamentale, in un’ottica di lavoro ludica e divertente. Partendo dal corpo, e dunque da giochi in movimento, alleniamo le Funzioni Esecutive dei nostri ragazzi e li aiutiamo a trovare il metodo di studio più funzionale per loro. Si tratta dunque di una vera palestra per corpo e mente, che attira i più piccolini e schiaccia l’occhio anche agli adolescenti!»

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